INTRODUZIONE
Questa è una breve guida al tiro con la fionda nello stile di tiro laterale (side shooter o gangsta style). Vuole essere una guida solo indicativa anche perché, quando si parla di tiro con la fionda, non esistono vere regole: la prima regola è il divertimento e la seconda è che per noi è giusto quello che ci fa centrare ripetutamente il bersaglio; il resto magari è giusto per gli altri, ma per noi è sbagliato.


Innanzi tutto diciamo che la fionda è composta dal corpo (frame) formato a sua volta dal manico (handle) e dalle forche (forks), dagli elastici (bands) e dalla toppa (pouch). A questo può essere aggiunto un supporto blocca-polso o un cordino che ne faccia le veci.


I principianti, solitamente, tendono a dare molta importanza al tipo di fionda e alla sua estetica, mentre in realtà, per il buon esito di un tiro, la fionda è il parametro meno influente.


Possiamo stilare una sorta di lista delle variabili coinvolte nel tiro con la fionda in ordine di importanza:
1) Il tiratore (posizione, tecnica, forza).
2) Il rilascio (pouch, ancoraggio, presa).
3) Gli elastici (tipo, configurazione, temperatura).
4) La fionda (modello, forma, materiale).
Come si vede, il parametro fondamentale è il tiratore.


La fionda, però, non è completamente ininfluente: è vero che un ottimo tiratore con una semplice forca ricavata da un ramo è più preciso di un tiratore mediocre che utilizzi una bellissima fionda ultra-tecnologica; ma è altrettanto vero che un ottimo tiratore con una fionda su misura, riesce certamente ad essere ancora più preciso del suo solito.
Il modo migliore di cominciare, per un principiante, è farlo con elastici e proiettili molto leggeri (eventualmente anche quelli di plastica da softair) e non badare né alla fionda né al bersaglio, ma soltanto alla forma e alla tecnica in modo da costruirsi una buona memoria muscolare. Poi gradualmente aumentare. Il tutto tenendo sempre a mente che l'essenza fondamentale di questo bellissimo sport/hobby è il divertimento.
(Il mio personalissimo consiglio è di cominciare con una fionda OTT larga tra i 9 e i 10 cm all'esterno delle forche, con bande piatte Thera Band Silver (TBS) o Black (TBB) e pallini da 6mm di plastica da softair con il bersaglio posto a circa 5 metri. Cercare di assumere una buona postura
con tutti gli allineamenti, cercare un punto di ancoraggio consistente e cercare di perfezionare il rilascio senza badare troppo al bersaglio. Magari aiutandosi con uno specchio o una telecamera.
Dopo un paio di settimane così, il livello sarà aumentato notevolmente e si potrà cominciare ad incrementare la potenza, la distanza, il peso dei proiettili e a provare altri modelli e stili).


Ma entriamo più nel dettaglio del tiro: per tirare con la tecnica di tiro laterale, la fionda va tenuta orizzontale, impugnata in modo che la sua lunghezza sia parallela al terreno e la sua larghezza ne sia perpendicolare. Gli elastici devono essere tirati in modo che siano perpendicolari alla fionda e in linea col bersaglio. In questa posizione gli elastici risultano sovrapposti e il sistema di mira dipende dalla linea formata da questi col bersaglio.


La posizione di tiro ideale prevede che i piedi siano leggermente allargati e girati a 90 gradi rispetto al bersaglio, allineati (square stance) o col posteriore leggermente avanzato (open stance); il busto deve essere eretto e anch'esso perpendicolare al bersaglio (con square stance) o poco ruotato in avanti (con open stance); le spalle allineate col busto e i piedi a seconda se si tira con open stance o con square stance; il braccio che tira gli elastici e tiene il pouch deve avere l'avambraccio orizzontale ed in linea con gli elastici e col bersaglio, ma è accettabile anche una posizione con il gomito rialzato rispetto alla linea degli elastici; il braccio che impugna la fionda deve essere proteso verso il bersaglio in modo che sia in linea con le spalle; la testa può essere tenuta dritta o inclinata a piacere verso il lato del pouch in modo che l'occhio sia sulla linea degli elastici.

Come per ogni sport di tiro, notevole importanza ha anche il controllo della respirazione. La mira e il rilascio andrebbero effettuati durante la pausa tra un respiro e l'altro: inspirare mentre si carica il pouch, espirare quando si tira il draw, poi, prima di inspirare nuovamente, mirare e rilasciare. Oltre alla posizione del tiratore e alla sua respirazione, prima di effettuare il tiro bisogna sempre accertarsi di avere la fionda e gli elastici perfettamente allineati col terreno e col bersaglio.
Solitamente il pouch si tira con la propria mano principale e la fionda si impugna con l'altra. Per esempio un destrorso impugna la fionda con la sinistra, mentre un mancino la impugna con la destra.
Ma non è una regola così rigida, anzi, un criterio migliore è quello di adeguare l'impugnatura all'occhio dominante.
Ciascuno, naturalmente, ha un occhio dominante, indipendente dalla mano dominante. Per sapere qual è il proprio occhio dominante ci sono diversi metodi, il più semplice è quello di puntare un dito verso un punto fisso e guardarlo prima con un occhio e poi con l'altro. L'occhio dominante è quello col quale si può vedere il dito allineato al punto prescelto.
Una volta stabilito l'occhio dominante, si impugna il pouch con la mano corrispondente e la fionda con l'altra. Per esempio se l'occhio dominante fosse il sinistro, si dovrebbe tenere il pouch con la sinistra e la fionda con la destra, anche nel caso di tiratore destrorso.
Questo perché, nel tiro con la fionda (ma non solo) è consigliabile, ai fini di una migliore precisione, tirare con entrambi gli occhi aperti e allora diventa fondamentale avere gli elastici allineati sotto all'occhio dominante.
Bisogna comunque ricordarsi la seconda regola: l'assetto più giusto è quello che funziona meglio per ciascun tiratore consentendogli di fare più centri possibile.
I modi in cui si può impugnare una fionda, tirata lateralmente (side shooter) sono tre: hammer grip, pinch grip (o choke grip), thumb support (o thumb brace).
La hammer grip (in italiano presa a martello o presa a pistola) è quella dove tutte le dita stringono il manico come fosse un martello.


La pinch grip (in italiano presa avvolgente o presa a strozzo) è quella dove il pollice e l'indice avvolgono (o strozzano) le forche in appositi solchi, mentre le restanti dita stringono il manico.



La thumb support (in italiano presa con supporto del pollice) e quella presa dove il pollice, invece di avvolgere la forca, ci si puntella contro, mentre le altre dita, compatibilmente con la posizione del pollice, sono posizionate praticamente come nella pinch grip.


Non si può dire con precisione quale sia la miglior presa, ognuna ha delle caratteristiche differenti che possono rendere diversamente da tiratore a tiratore.
La hammer grip permette una posizione più naturale del polso, ma, senza l'ausilio di blocca-polso, è più difficile da mantenere allineata, specialmente con elastici pesanti.
La pinch grip è quella più confortevole e riesce bene a contrastare il peso degli elastici, ma può portare ad una incontrollata rotazione in avanti della fionda con aumento del rischio di fork hit.
La thumb support è quella più scomoda, ma è anche quella che riesce maggiormente a contrastare il peso degli elastici oltre a dare meno problemi di allineamento.
Si è accennato alla possibilità di avere un supporto blocca-polso. Il supporto blocca-polso è molto utile perché bloccando la fionda al polso del tiratore dà più stabilità e permette di tirare elastici più pesanti. Il blocca-polso, però, non è indispensabile, anzi, facendo considerazioni più ampie, può risultare addirittura inutile.
Infatti, una fionda ben progettata, con forche di lunghezza sufficientemente ridotta, anche senza blocca-polso riesce quasi ad eguagliare le prestazioni di una che lo abbia. Addirittura, se a questa fionda si aggiungesse un cordino della giusta misura che blocchi il manico della fionda al polso, questa potrebbe essere uguale o superiore ad una con blocca-polso.
Se poi si considerano anche l'ingombro e la trasportabilità uniti al fatto che nelle competizioni il blocca-polso è illegale e in alcuni paesi lo è anche per la caccia, allora la fionda senza blocca-polso risulta decisamente più conveniente. Il blocca-polso ha una vera utilità, ove consentito, solo in ambito venatorio.

 

Fondamentale è anche il verso in cui si tirano verso il Punto di Ancoraggio le bande, osservate bene l'immagine qui sotto; le bande vanno sempre sopra la forca nel caso delle OTT

e attorno alla forca nelle TTF.


Un'altra cosa da non dimenticare in questa breve introduzione è l'utilizzo di una catch box per il recupero dei proiettili. Infatti i proiettili, specialmente se sfere d'acciaio o di piombo, hanno un costo non indifferente e se ad ogni sessione li perdessimo a decine, il tiro con la fionda diverrebbe uno sporto molto oneroso. Per questo, nelle sessioni di tiro al bersaglio, si cerca di utilizzare una catch box, o scatola di raccolta. La catch box è un contenitore all'interno del quale si colloca il bersaglio e che, opportunamente imbottita, serve ad attutire e raccogliere i proiettili. In commercio si trovano molti tipi di catch box da soft air, ma si può costruire la propria in maniera semplice ed economica. Per esempio con una grossa scatola di cartone o di plastica o anche un bidone tagliato adeguatamente, al cui interno vengano appese vecchie magliette o salviette o asciugamani che servono ad attutire i colpi. (Personalmente uso una catch box ricavata da un cartone di banane chiuso sul fondo, al cui interno ho adagiato un vecchio cuscino e appeso alcune vecchie magliette.
Poi ho tirato due fili orizzontali a distanza di foglio A4 ai quali posso attaccare bersagli stampati o appendere bersagli girevoli. Un pezzo di cartone tagliato a misura, ne chiude la base per limitare la fuoriuscita dei proiettili).


Un'ultima osservazione riguarda il rapporto tra la fionda e il survival. Negli ultimi anni sta prendendo sempre più campo il survival, in commercio si trovano molti kit di sopravvivenza e, in alcuni si può trovare anche una fionda. Ma è davvero utile una fionda in un kit di sopravvivenza?
Per rispondere a questa domanda bisogna fare una premessa: cacciare, o pescare, con la fionda è estremamente difficile. Ci possono riuscire solo tiratori esperti con fionde ben settate e proiettili adeguati.
Con questa premessa possiamo dire che la fionda può essere un ottimo componente di un kit di sopravvivenza, ma allo stesso tempo può essere un ingombro inutile.
Pertanto, un buon kit universale non dovrebbe comprendere una fionda che invece sarebbe molto utile, se non indispensabile, nel kit personalizzato di un tiratore con sufficiente esperienza.

 

GENERALE

D. Cosa significano le misure delle munizioni?
R. Le misure americane dei proiettili possono essere espresse in calibri o in frazioni di pollice, mentre quelle europee in millimetri.
Il calibro non è altro che il centesimo di pollice quindi, per esempio, calibro .44 (0,44) significa un diametro di 44 centesimi di pollice. Siccome 1" = 2,54 cm, cal .44 = 11,2 mm
Invece le frazioni di pollice sono semplicemente il valore della frazione, per esempio 3/8" = 9,525mm.
Le misure in millimetri invece esprimono il diametro in millimetri.
Parametro molto importante per i proiettili è il peso che varia molto a seconda del materiale con cui sono fatti. Per esempio c'è notevole differenza di peso tra 1/2" acciaio e 1/2" piombo.
Molto usati, soprattutto nella caccia, sono i dadi esagonali che hanno misure standard, per esempio M8 sono i dadi da 13 di peso 5,2 grammi.
I pesi di ciascun diametro per i materiali più comuni, sono riportati nelle seguenti tabelle:
Questa per i dadi:

E questa per le sfere:


 

ELASTICI
Gli elastici sono uno dei componenti fondamentali di una fionda, sono quelli che trasmettono il moto al proiettile. Esistono svariati tipi di elastico: dalle camere d'aria che si usavano decenni fa, alle catene di elastici da ufficio, fino ai più moderni tubi o bande piatte. Noi prendiamo in considerazione solo questi ultimi che sono largamente i più usati al mondo.
Innanzi tutto vediamo come vengono classificati tubi e bande in base alle loro dimensioni. Per capire le misure di un tubo bisogna considerare tre parametri: il diametro interno (inner diameter ID), il diametro esterno (outer diameter OD) e lo spessore della sezione piena (wall thickness W).
Solitamente i tubi americani riportano le misure in pollici e utilizzano tutti e tre i parametri ID, W, OD.
Invece i tubi europei e cinesi, quelli che più ci interessano, riportano solo i parametri ID e OD in millimetri.
Quindi, per esempio, 1745 significa che ID è 1,7 mm e OD è 4,5 mm, mentre 2040 significa ID 2,0 mm e OD 4,0 mm.
Anche nel caso delle bande piatte le misure americane sono espresse in pollici o centesimi di pollice e le misure europee e cinesi in millimetri.
Il tipo di bande più utilizzate è .027 pollici (circa 0,68 mm) mentre il lattice puro più utilizzato è .030 pollici (circa 0,75 mm). Ci sono inoltre bande più spesse, che arrivano a superare il millimetro e bande più sottili, anche sotto al mezzo millimetro.
Qui c'è una tabella che compara gli spessori dei tubi cinesi con i Thera Tube e con i vari tipi di Thera Band.


Tubi e bande piatte sono usati, a livello mondiale, più o meno in egual misura e hanno i loro estimatori pronti a tesserne le lodi. In realtà entrambi possono essere molto efficaci, ma hanno, ognuno, i propri pregi e difetti.
A pari condizioni di peso e di allungo, bande piatte di buona qualità pur essendo più leggere da tirare, sparano più veloce dei tubi. Questo è dovuto principalmente all'aria presente all'interno dei tubi, che richiedono così più forza per essere tirati, e al minor spessore delle bande piatte che ne aumenta la velocità di contrazione.
Le bande sono più personalizzabili, infatti si possono rastremare con più facilità e precisione. Inoltre, anche a pari peso, le bande si riescono a mantenere con più facilità in posizione di mira, diminuendo così le oscillazioni e aumentando la precisione.
I tubi però, grazie al loro spessore e alla loro conformazione, hanno il grande pregio di avere una vita più lunga ed essere più resistenti agli strappi e agli agenti atmosferici.
Con i tubi può essere più semplice il sistema di mira in linea nella configurazione TTF dove la linea di tiro è data da un tubo stretto invece che da una banda molto più larga.
In definitiva, a pari peso e allungo, le bande piatte sono più veloci e più leggere da tirare (più efficienti) ma i tubi durano molto di più prima di rompersi (più longevi).
Ci sono molti tipi di bande piatte ed è molto difficile dire con precisione quali siano le migliori.
Anche perché, oltre alla componente soggettiva tipica del tiro con la fionda, ci sono davvero tanti parametri da considerare, tra i quali l'uso a cui quelle bande sono destinate. Ragionando in termini di efficienza (la velocità in relazione alla forza richiesta per tirare il draw) possiamo dire che le bande migliori sono quelle di puro lattice con uno spessore di .030" (0,75 mm).
Queste bande, però, sono molto sensibili ai raggi UV e, sebbene siano molto efficienti per una vasta gamma di proiettili, tendono ad usurarsi e rompersi molto velocemente.
La soluzione migliore è quindi un compromesso.
Considerando parametri come il prezzo, la reperibilità, l'elasticità, la velocità di contrazione e dopo innumerevoli test effettuati dai maggiori fiondatori a livello internazionale, si può affermare che il Theraband Gold (TBG) della Hygenic è il compromesso che offre più vantaggi e meno svantaggi di qualsiasi altra banda(*).
Ci dono bande più veloci, o più resistenti, o più economiche quindi, se si cerca il massimo da un parametro specifico (per esempio la velocità) c'è la banda migliore del TBG per quella prestazione, ma considerando tutti i parametri la scelta migliore, sia per il tiro al bersaglio che per la caccia, risulta essere il TBG.
(*) Al momento della stesura di questo testo, era appena apparso sul mercato il Black Latex di Simple-Shot che è ancora da testare a fondo. Pare però che sia superiore come efficienza e come longevità rispetto a qualsiasi altra banda e che abbia un prezzo in linea col TBG o poco superiore.
Attendiamo ulteriori informazioni.
Parlando di tubi, fermo restando la componente soggettiva, il discorso è ancora più complesso.
Una delle soluzioni più versatili, per bersaglio o caccia, sono i tubi cinesi 1745 (tipo Dankung) singoli, looped (cioè raddoppiati) o pseudo-tapered (semi-raddoppiati). Questi permettono di sparare dai palini d'acciaio da 8 mm ai pallini di piombo da 12,7 mm (calibro .50) con sufficiente potenza da essere letali per una vasta schiera di animali.
Si trovano facilmente tubi più potenti, ma sono talmente pesanti che ben pochi tiratori sarebbero in grado di usarli con la precisione e la rapidità necessarie.
Per il tiro al bersaglio invece una delle soluzioni migliori, se non la migliore, è il tubo cinese 2040 in configurazione pseudo-tapered o addirittura looped che è ottimo per proiettili da 8 mm a 9,5 mm fino ad arrivare a 11 mm in acciaio.
Da tenere in considerazione anche la via di mezzo tra i due: il 1842.


La conservazione degli elastici è una questione da non sottovalutare. Il lattice è molto sensibile agli agenti atmosferici, specialmente ai raggi UV.
Il sistema più efficace ed economico per proteggere le bande in lattice consiste nel cospargerle di polvere di talco, soprattutto in corrispondenza degli attacchi alla forca e al pouch che sono le parti più sollecitate.
Per conservarle in maniera ottimale è consigliabile riporle in un luogo buio, asciutto e lontano da fonti di calore, come un cassetto, possibilmente all'interno di una busta di plastica a cerniera insieme a polvere di talco.
Un fenomeno che può essere notato sugli elastici in lattice è una sensazione di appiccicoso causata dalla condensa. Questo fenomeno si può notare in giornate particolarmente umide. Gli elastici tesi si riscaldano fino a quando vengono rilasciati tornando velocemente alla temperatura ambiente. In giornate umide, questo può formare condensa sulle bande. Si può rimediare cospargendo le bande di talco oppure asciugandole regolarmente.
Vediamo adesso come si possono fissare gli elastici alla fionda.
Per fissare gli elastici alla fionda ci sono svariati metodi, più o meno veloci.
Innanzi tutto possiamo fare una distinzione tra metodi per fissare le bande piatte e metodi per fissare i tubi. Eventuali altri tipi di elastico si possono certamente fissare con uno dei metodi per bande o tubi.


Vediamo prima le bande piatte o flatband:
Il metodo classico è il cosiddetto "wrap & tuck" (WT) consiste nel legare la banda ben stretta con una strisciolina di elastico, solitamente dello stesso tipo della banda stessa.

Picture by Simple Shot


Questo metodo si può usare sia su forche con appositi solchi, sia su forche lisce. Su queste ultime, però, è preferibile usare una variante di questo sistema: il WT con risvolta. Questo sistema, che può essere utilizzato anche in presenza di solchi, comincia come un normale WT, ma dopo uno o due giri di strisciolina elastica la parte di banda eccedente si risvolta su sé stessa. A questo punto si continua come nel WT, stringendo però anche la parte risvoltata.


Per ridurre ulteriormente il rischio di scivolamento della banda è consigliabile, sia con solco che senza, fare un giro con la strisciolina prima di posizionare la banda, in modo che questa sia a contatto con la gomma aumentando il grip. [vedere prima foto del metodo WT più su]


Un'altra variante del WT è il WT con spina, dove, invece che la strisciolina, si usa un tubetto elastico molto sottile (circa 2,5 - 2,8 mm di diametro) in cui viene infilata, ad un'estremità, una spinetta di plastica rigida. L'utilizzo di questo sistema, ideato da Bill Hays, richiede la banda
leggermente più lunga del normale (circa 1 cm). Si procede come per il WT con risvolta, ma grazie alla banda più lunga risulta più lunga anche la parte di banda eccedente. A questo punto si può fare la risvolta lasciando un'asola sufficiente a farvi entrare la spina e si continua a legare come nel WT fino a chiudere infilando la spina nell'asola dalla parte opposta del senso di rotazione della legatura.

I vantaggi di questo sistema sono l'assenza di strumenti necessari e la possibilità di riutilizzare lo stesso tubetto elastico, molto comodo per giornate all'aperto con fionde senza un vero e proprio attacco veloce.
Il metodo WT con le sue varianti, pur essendo molto efficace e probabilmente il più usato dai tiratori di bande piatte, non può essere considerato un metodo veloce. La velocità è prerogativa di altri metodi, vediamone i principali:
Cominciamo col Top Slot, nato dal genio del solito Bill Hays, che tra i metodi veloci è di gran lunga il più semplice perché non richiede l'ausilio di alcun dispositivo supplementare. Tuttavia la sua estrema semplicità non va a discapito della sua efficacia che invece è massima.
Questo sistema consiste nel incidere una fessura al centro della forca - sia in configurazione TTF che in OTT - profonda 5-7 mm e poi praticare un foro di 3-3,5 mm, alla fine del taglio, che segua tutta la lunghezza della fessura da parte a parte. Si procede poi ad arrotolare l'estremità della banda in misura sufficiente da entrare nella fessura dopo essere stata allungata trasversalmente e fare tenuta all'interno del foro una volta rilasciata.


Una variante del Top Slot è il Side Slot (detto anche Front Slot), spesso usato dai tiratori cinesi.
Consiste nel praticare taglio e foro sul lato anteriore della forca.

Questa variante risulta essere leggermente più sicura in quanto la banda in tiro fa una piega in più.
Per contro, fa perdere l'ambidestria a fionde asimmetriche.
Il limite del Top Slot sta nella difficoltà di utilizzo con bande doppie o con bande particolarmente spesse.


Un sistema piuttosto rapido ed efficace è il metodo Ocularis ideato da Lee Silva e commercializzato da Simple-Shot. Questo è un'evoluzione del Plug & Play che si può fare con semplici rubber stopper. Consiste in un foro, fatto su ogni forca, dove vengono fatte passare le bande per la
lunghezza desiderata. Il tutto si blocca inserendo un apposito cilindro di gomma ben pressato (o un rubber stopper nel caso di P&P). L'unico limite di questo sistema sta nel fatto che richiede forche abbastanza larghe da contenere un foro di misura adeguata che può essere circa 18 mm con Ocularis o 12 mm con rubber stopper. Si potrebbe usare anche un pezzetto di tubo elastico con una sferetta d'acciaio dentro per cui basterebbe un foro più piccolo (sistema chiamato anche Otter), ma in questo caso sarebbe meno agevole l'utilizzo di bande particolarmente spesse o larghe o doppie. Anche questo sistema, come i precedenti, può essere utilizzato con entrambe le configurazioni, OTT e TTF.

Picture by Simple Shot


Un altro sistema altrettanto rapido ed efficace, sia per OTT che per TTF, è il Pocket Predator Pro dell'onnipresente Bill Hays. Questo metodo utilizza una fibbia nella quale viene fatta passare la banda per la lunghezza desiderata. La fibbia viene bloccata sulla forca tramite una vite a manopola che, dentro un apposito foro, viene stretta in una ghiera filettata.


Una variante di questo sistema, che potremmo definire a graffetta, è quella ideata dal tedesco Stefan "The Core". Anche questo è un metodo molto efficace, ma non altrettanto pratico perché necessita di cacciavite o brugola. Dopo aver posizionato la banda per la lunghezza desiderata, si posiziona la graffetta, meglio se rivestita di gomma, e si stringono le vitine negli appositi forellini.


Non possiamo tralasciare il metodo dei Clip la cui massima espressione sono i Flip Clip di Nathan Master di Simple-Shot.
Anche questo sistema, pur essendo molto efficace ed adattabile sia a TTF che OTT, prevede l'uso di un cacciavite quindi è penalizzato dal lato pratico.

Picture by Simple Shot


Chiudiamo la carrellata di metodi per attaccare le bande piatte ad una fionda con due sistemi che, seppur semplici ed efficaci, sono limitati all'uso in configurazione TTF: sono il Match Stick e il Wham-O. Nel primo si fa una fessura, perpendicolare alle forche e al centro di queste, dove viene inserita la banda piegata su sé stessa in modo da formare un'asola dove viene inserita una spina che blocchi il tutto (per esempio un pezzo di fiammifero o di stuzzicadenti).


Nel secondo sono due le fessure perpendicolari alle forche e la banda si infila prima in quella più esterna e poi in quella più interna rimanendo bloccata.


È molto importante che, qualsiasi metodo si usi, le bande siano tirate all'indietro, passando sopra la forca.


Molti dei metodi visti in precedenza possono essere utilizzati anche per i tubi, ma per questi ultimi ci sono altri sistemi più indicati.


TECNICA
La tecnica di tiro laterale è stata sommariamente illustrata nell'introduzione a questa guida. Vediamo adesso alcuni problemi classici che può incontrare un tiratore e come fare per risolverli o, quantomeno, limitarli. Si è detto che lo scopo fondamentale del tiro con la fionda è colpire un
bersaglio nella maniera più precisa e costante possibile. Il centro del bersaglio è all'incrocio tra un ipotetico asse verticale (alto/basso o su/giù) e un ipotetico asse orizzontale (destra/sinistra o dx/sx), si ha quindi un tiro perfetto quando il punto di mira sulla fionda (POA, da point of aim) coincide esattamente col punto d'impatto (POI, da point of impact) proprio in corrispondenza dell'intersezione degli assi su/giù e dx/sx. Purtroppo però non è molto facile fare un tiro perfetto e ancor meno ripeterlo costantemente. Molto spesso il tiro può risultare spostato lungo uno dei due assi o su entrambi e può essere conveniente correggerlo in modo separato per ogni asse

D. Quando tiro con la mia fionda, il proiettile va troppo alto/basso. Come posso risolvere il problema?
R. Ci sono vari modi per far sì che il punto di mira (POA, da point of aim) corrisponda esattamente col punto d'impatto (POI, da point of impact).
Prendiamo ora, come esempio, il caso in cui, il tiro sia troppo basso quindi il POI sia più basso del POA. In questo caso, per alzare il tiro, si potrebbe abbassare il punto di ancoraggio oppure aumentare la velocità del proiettile o usare un fionda con forche più strette esternamente o ancora usare proiettili più leggeri.
Viceversa, se il POI fosse più alto del POA e volessimo abbassare il tiro, si potrebbe alzare l'ancoraggio o diminuire la velocità o usare forche più larghe esternamente o proiettili più pesanti.
Per completezza, vediamo il comportamento di un proiettile quando viene sparato da una fionda. Questo non va dritto, ma comincia a salire fino ad arrivare ad un culmine, dopodiché comincia a scendere. La traiettoria di un proiettile è una parabola. Se la riportiamo in un grafico, possiamo vedere come un dato POA può coincidere col POI a due distanze diverse, una prima, in fase ascendente, e una dopo, in fase discendente.

 


D. Quali sono i principali problemi che possono sorgere tirando con una fionda e come si possono evitare?
R. I problemi in cui si può imbattere un tiratore di fionda sono principalmente quattro: handslap (schiaffo sulla mano), return to sender o RTS (ritorno al tiratore), flier (colpo vagante) e fork hit (colpo sulla fionda).
- L' handslap è un fenomeno tipico della configurazione OTT nella quale l'elastico, dopo il rilascio, compie una sorta di rotazione attorno alla punta della forca e ritorna in una posizione spostata rispetto alla linea del draw. In configurazione TTF invece, passando le bande dritte attraverso le forche, il ritorno avviene sulla stessa linea del draw. L' handslap si genera in OTT quando le bande sono sovradimensionate rispetto al peso del proiettile quindi non riescono a trasferire a questo tutta la loro energia che viene scaricata nel ritorno dell'elastico che, come si è detto, è spostato e solitamente impatta proprio sulla mano che impugna la fionda. Può essere molto doloroso.
Questo fenomeno può essere evitato o limitato dimensionando correttamente le bande col proiettile. Si possono usare bande più leggere oppure proiettili più pesanti in modo che tutta l'energia delle bande venga trasferita al proiettile e l'elastico ritorni scarico.
Si può ovviare al problema anche con la tecnica del "forced flip" ovvero un piccolo movimento del polso, verso l'esterno, tra la partenza del proiettile e il ritorno dell'elastico, in modo tale da evitare l'impatto sulla mano. Questa tecnica richiede molta pratica perché una cattiva scelta di tempo può variare notevolmente la traiettoria del proiettile.
- L'RTS consiste nel proiettile che, al momento del distacco, rimane intrappolato nel pouch e ritorna verso il tiratore. Può essere molto pericoloso perché può colpire un occhio o un dente o conficcarsi nella guancia oppure colpire qualcuno alle spalle del tiratore, ma fortunatamente è un problema che si verifica di rado. Le cause principali sono per la maggiore una poca bontà del pouch (troppo corto, troppo rovinato, collegato male alle bande/ai tubi, quasi vicino alla rottura). La configurazione TTF, vista la linearità della traiettoria delle bande che garantisce una regolare apertura del pouch ad ogni tiro, è praticamente immune da questo problema..salvo avere un pouch "difettoso".
Tenendo presente che l' RTS è un fenomeno raro, bisogna dire che non c'é niente che possa garantire di non incapparvi, ma, essendo causato da un cattivo rilascio, si possono ridurre drasticamente le probabilità (già scarse) che avvenga, cercando di rilasciare nella maniera più pulita possibile. Fondamentale è tenere il pouch con le dita sul proiettile e mai davanti a questo e possibilmente evitare tecniche che prevedano di torcere o girare il pouch a meno che non si domini già abbastanza.
- Il flier è un colpo che arriva notevolmente fuori bersaglio. Solitamente è generato dal fenomeno del "pouch fouling" o del "band fouling", problemi di distacco del proiettile dal pouch per cui il colpo vola parecchio fuori traiettoria. La causa più frequente di pouch fouling è dovuta all'uso di forche con gap troppo stretto che non consente una corretta apertura del pouch o da un pouch troppo logoro che si è allungato tanto da non aprirsi correttamente o magari sbattere contro le forche prima del distacco. Il band fouling, invece, può essere causato da bande con tensione differente. Un'altra causa frequente si può trovare in un uso scorretto della tecnica del "twist and tweak". Un'altra causa è il pallino sottodimensionato rispetto alla potenza delle bande/dei tubi.
In ogno caso, la quasi totalità dei flyers è causata da fenomeni di pouch fouling o band fouling.
- Il fork hit consiste nel proiettile che, invece di uscire dritto, va a colpire la forca dal lato del tiratore, spesso danneggiando irrimediabilmrnte la fionda. È un problema, molto frequente nei principianti, in cui si può incorrere sia in configurazione TTF che OTT, con maggiore incidenza in TTF. Può essere causato dalla fionda eccessivamente inclinata in avanti o indietro, cosicché il proiettile, pur andando dritto, va a cozzare contro la forca che, a causa dell'inclinazione, si trova molto più bassa di dove dovrebbe essere. Un'altro motivo è l'uso di munizioni non perfettamente sferiche tipo sassi o dadi o altri tipi di munizioni "non convenzionali" oppure l'uso di un pouch troppo grande per il pallino stesso oppure ancora delle munizioni si perfettamente grandi per il pouch ma troppo leggere tipo le biglie di vetro.
Ma la causa principale, quella che genera la maggior parte dei fork hit, sta in un cattivo rilascio, spesso corredato dal "speed bump effect", un effetto che prende il proiettile se il pouch viene tenuto formando una piega sul pollice. Si verifica soprattutto se il pouch, invece che sul proiettile, viene tenuto davanti a questo così, quando si vanno ad aprire le dita, la sfera striscia sulla curvatura del pollice schizzando dalla parte opposta e, facilmente, va a colpire la forca.
Questo fastidioso problema si risolve, innanzitutto tenendo la fionda perfettamente allineata (può essere utile posizionarsi in prossimità di uno specchio) e soprattutto imparando a tenere e rilasciare il pouch in maniera pulita e corretta, cosa possibile solo con molta pratica.


D. Come si può compensare un tiro in salita o in discesa?
R. Solitamente quando si tira in discesa si tende a colpire più in basso, mentre quando si tira in salita si tende a colpire più in alto.
Si può compensare semplicemente mirando leggermente più in alto, se in discesa, o più in basso, se in salita, in maniera abbastanza intuitiva. Un'altra soluzione è quella di abbassare o alzare leggermente il punto di ancoraggio.
Entrambi i sistemi sono efficaci e la scelta di uno piuttosto che l'altro è soggettiva.


D. Per quanto io mi impegni, non riesco a stare immobile in posizione di mira. Come posso fare?
R. La cosa fondamentale per una mira che sia la più stabile possibile, è la forza nelle braccia.
Specialmente nella spalla del braccio che tiene la fionda. Si può incrementare questa forza, semplicemente alzando un peso, anche modesto, ripetutamente a braccio teso.
Anche l'utilizzo di un cordino che blocchi la fionda al polso o l'utilizzo di bande più leggere, possono migliorare sensibilmente la stabilità della mira.
Se non si riesce a risolvere il problema, un'ottima soluzione è quella di accentuare l'oscillazione, controllandola, e rilasciare quando volutamente la mira è sul bersaglio.


D. Tiro istintivo o tiro mirato: cosa è meglio?
R. Per tiro istintivo si intende quel tipo di tiro in cui non si mira grazie a riferimenti e punti di ancoraggio, ma dove la mira viene presa istintivamente, a livello subconscio: si alza la fionda in direzione del bersaglio, si tendono gli elastici e si rilascia...e si colpisce il bersaglio. Tutto molto velocemente.
Questo tipo di tiro richiede molto allenamento, ma soprattutto doti innate. È molto divertente ed è utile soprattutto in ambito venatorio, dove spesso non c'è molto tempo per mirare.
Il tiro istintivo può anche essere molto preciso, ma se si vuole una precisione assoluta e consistente (per esempio per colpire la capocchia di un fiammifero a 10 metri e oltre, accendendolo, oppure colpire una monetina con la maggior parte dei tiri dalla stessa distanza) è indispensabile usare dei riferimenti per mirare. Questo richiede meno doti innate, ma ancora più allenamento.
Come col fucile, anche con la fionda i migliori cacciatori sono ottimi tiratori istintivi. Ma quando si tratta di competizioni di tiro al bersaglio, tutti i migliori tiratori al mondo usano sistemi di mira.
Per tanto che si riesca ad essere precisi tirando istintivamente, mirando lo si sarà sempre di più.
In sostanza, possiamo dire che il tiro istintivo permette grande rapidità a discapito della precisione estrema. Viceversa, il tiro mirato consente di essere estremamente precisi, penalizzando la rapidità di esecuzione.
Il consiglio che un campione come Bill Hays dà ai principianti è:
"Prima impara a mirare e tirare con precisione e consistenza, poi, se vuoi, divertiti con il tiro istintivo".

D. È più precisa la configurazione OTT o TTF?
R. Se ben settate, entrambe le configurazioni possono essere ugualmente precise, sia con bande che con tubi.
In OTT si possono usare anche forche più strette rispetto al TTF, ma questo incrementa il rischio di fork hit o di fouling, rischio in cui si incorre anche in TTF in caso di gap troppo stretto. La configurazione OTT è anche soggetta ad handslap e, seppur molto raramente, anche a RTS.
Si può dire che la precisione delle due configurazioni è soggettiva ma potenzialmente equivalente, ma la OTT, in caso di rilascio impreciso o tecnica carente, ha maggior probabilità di generare problemi rispetto al TTF.


D. Come posso ottimizzare le mie bande per una maggiore velocità o potenza?
R. Innanzi tutto bisogna assicurarsi di avere la lunghezza del draw (dalla forca al nodo del pouch con bande tirate al punto di ancoraggio) in un rapporto ottimale con la lunghezza attiva (dalla forca al nodo del pouch con bande a riposo).
Il range ottimale va da un rapporto 4:1 a un rapporto 5:1. Mediamente si tira intorno al 4:1 o 4,5:1 ma il rapporto più efficiente per molti setup è 5:1.
Se per esempio si avesse un draw di 80 cm, per avere un rapporto 5:1 bisognerebbe avere una lunghezza attiva di 16 cm (80÷5=16). In questa maniera si otterrebbe il massimo dell'energia trasferita dalle bande al proiettile. D'altro canto, più si alza il rapporto di allungo, minore risulta essere la vita di quel set.
Bisogna quindi trovare il proprio personalissimo giusto compresso tra la velocità del proiettile e la durata del set, fermo restando il range consigliato.

Courtesy by RHA Slingshots

 


FISICA
D. Qual è la fionda più potente o più veloce?
R. In realtà potenza e velocità non sono così proporzionali come può sembrare. Entrambe dipendono dagli elastici usati che generalmente possono essere bande piatte o tubi. Il limite, oltre alla forza e alla tecnica del tiratore, sta: per la potenza, nella struttura della fionda che deve essere abbastanza resistente da reggere agevolmente il peso del draw ossia la forza esercitata dalla tensione degli elastici; per la velocità, nelle caratteristiche intrinseche di quel dato elastico che non può superare il suo limite ideale massimo che coincide, per un dato allungo, con la sua velocità di contrazione a vuoto.


D. Come influisce sulla velocità il tempo di mira con elastico teso?
R. Premettiamo che maggiore è la temperatura del lattice, maggiore è il potenziale della sua energia di contrazione. In termini pratici, più le bande sono calde, più veloce esce il proiettile.
Quando gli elastici sono in tiro, la loro temperatura aumenta. Può aumentare anche fino a 10°C più della temperatura ambiente. Più le bande vengono tenute in tiro, più questa temperatura (energia potenziale) viene dispersa nell'ambiente. Ne consegue che se il tempo di mira è troppo lungo, la velocità del proiettile può essere notevolmente penalizzata e quindi anche il POI.
Questo fenomeno, chiamato isteresi, si sente maggiormente quando la temperatura ambiente è molto bassa e la dispersione del calore avviene molto più rapidamente, per esempio per tiri all'aperto in fredde giornate invernali. In queste condizioni il tempo di mira diventa una variabile di
primaria importanza per la buona riuscita del tiro, mentre in una giornata molto calda, questa variabile è quasi trascurabile.
Mediamente, un tempo di mira entro i 4 secondi può essere considerato accettabile e non influire sull'esito del tiro.[VIDEO]


D. Qual è un setup ottimale per la caccia?
R. Il setup ottimale per la caccia è quello che permette di uccidere la preda nella maniera più pulita, il più velocemente e meno dolorosamente possibile.
Quando si parla di caccia, è quindi meglio un setup sovradimensionato piuttosto del contrario.
Il parametro fondamentale da considerare nella caccia è l'energia cinetica del proiettile, espressa in joule (J) che si ottiene dalla seguente formula:
Ec=1/2*m*v*v
Dove m è la massa del proiettile espressa in kg e v è la velocità del proiettile in m/s.
(Nel molto usato sistema americano, la massa si misura in libbre, la velocità in fps e l'energia cinetica in fpe)
Si può uccidere un coniglio anche con un'energia di 6J, ma il cacciatore responsabile tira con almeno il doppio, 12J.
A pari peso si preferiscono proiettili di diametro inferiore perché risultano più letali. I proiettili di piombo sono un'ottima soluzione perché hanno una densità molto elevata anche se presentano qualche controindicazione a livello ecologico.
L'altro parametro fondamentale, per chi volesse cacciare con la fionda, è la precisione.
Alcuni sostengono che si è pronti per la caccia quando da 10 metri si riesce a colpire una palla da golf almeno 8 volte su 10 tiri.
In ogni caso bisognerebbe essere in grado di colpire la preda alla testa in ogni situazione. Anche il colpo al cuore è molto efficace, ma la testa è sempre preferibile.
Riporto alcuni dati indicativi per un setup da caccia:
Durante una giornata con 21°C, utilizzando un set di TBG da 25mm dritto, con un draw di 76cm e un fattore di allungo di 5:1 (500%), utilizzando proiettili di piombo cal .44 (circa 11mm, peso 8,3g), si riuscirà ad avere una velocità di circa 60m/s e quindi un'energia cinetica di circa 15J, sufficienti per cacciare prede medio-piccole.
Un eventuale aumento di temperatura di 3-4°C, corrisponde ad un aumento di circa 1m/s di velocità. Viceversa se la temperatura scende.
Un altro fattore che può fare aumentare la velocità, è l'allungamento del draw e quindi di tutto il ciclo di accelerazione del proiettile. Tenendo lo stesso fattore di allungo e lo stesso peso del draw (libbraggio), si ha un aumento di circa 1m/s ogni 5cm di maggiore draw. Anche aumentare il fattore di allungo, allungando maggiormente il draw, porta ad un analogo aumento di velocità, ma anche ad una diminuzione della vita del set.
Oltre a motivazioni etiche e di efficacia, quando si caccia è consigliabile non scendere mai sotto i 60m/s a causa della rapidità di movimento che hanno molte prede, grazie alla quale potrebbero facilmente scappare.
In ultimo, cercare di cacciare solo quello che poi effettivamente si mangerà.
Buon appetito!


D. Nella sua corsa, ad una data distanza, quanta velocità perde un proiettile?
R. In seguito a vari test effettuati da Bill Hays con l'ausilio di un chrony, è risultato che, a pari diametro e a pari distanza, il proiettile con densità più elevata, quindi più pesante, perde meno velocità.
Per esempio un proiettile cal .44 di piombo del peso di 8,3g esce a 220fps e dopo 10m ha una velocità di 218fps.
Un proiettile d'acciaio dello stesso diametro, ma del peso di 5,6g, sparato con lo stesso setup, esce a 240fps e dopo 10m ha 232fps.
Quindi, in 10m, il più pesante perde solo 2fps, mentre il più leggero ne perde 8. Addirittura una biglia di vetro dello stesso diametro, ma del peso di 1,9g, esce a 300fps, ma arriva a perdere 30fps in 10m.
Su una distanza di 20m, i valori sono praticamente raddoppiati, ma la proporzione resta invariata.
In ambito venatorio, questi dati sono molto importanti, infatti possiamo dedurre che se con un proiettile cal .44 di piombo vogliamo stare intorno ai 200fps (60m/s), uscendo questo a 220fps e perdendo 2fps ogni 10m, allora è ancora efficace dopo 100m, mentre con un proiettile d'acciaio di pari diametro possiamo avere la stessa energia cinetica al massimo fino a 20m. Con il proiettile di vetro è assolutamente sconsigliato cacciare, infatti, pur uscendo molto veloce, dopo appena 10m non avrebbe più energia sufficiente per essere letale.
In conclusione, se si vuole cacciare è consigliabile usare proiettili di piombo. Si possono usare proiettili d'acciaio, ma solo per distanze limitate. In ogni caso non usare proiettili con peso inferiore ai 3,5-4 grammi.


D. Come influiscono sulla velocità la lunghezza del draw e il fattore di allungo?
R. Generalmente si può dire che, a pari peso, più lungo è il draw, maggiore è la velocità. Questo è dovuto a un più lungo ciclo di accelerazione.
Molto importante è anche il fattore di allungo che, per la maggior parte degli elastici più comuni, vede il suo rapporto ottimale intorno al 5:1 quindi un allungo del 500% (la lunghezza attiva deve essere 1/5 del draw).
Ci sono anche elastici il cui fattore di allungo ideale è inferiore o superiore al rapporto 5:1, ma mediamente si può considerare il 5:1 come ottimale.
È interessante notare che la velocità aumenta all'aumentare del fattore di allungo, ma non aumenta linearmente, bensì per ogni pollice di allungo in più, la velocità aumenta un po' di più che per il pollice precedente. Si ha quindi che con un pollice in più c'è un aumento di 4fps, con 2 pollici l'aumento è di 9fps, con 3 pollici aumenta di 14fps, 4 pollici 20fps e così via fino al massimo di 5:1.
A pari draw, più aumenta il rapporto di allungo, più aumenta il peso.
Riassumendo, con un dato proiettile, la velocità può essere aumentata principalmente in due modi:
Con un peso fisso (quindi con un fattore di allungo fisso) si può allungare il draw allungando gli elastici a seconda del fattore di allungo desiderato.
Con un draw fisso, si possono accorciare gli elastici aumentando il peso e quindi il fattore di allungo.
Si noti che l'aumento di peso che incide sull'aumento di velocità, non è quello ottenuto con l'aumento della quantità di gomma, ma quello ottenuto con l'aumento del fattore di allungo. Questo però riduce notevolmente la vita delle bande.


D. Le forche strette sono più veloci delle forche larghe?
R. Considerando che con forche più strette si alza il POI e che, a causa di un allungo più lineare e diretto, queste possano dare l'impressione di un maggiore libbraggio del draw, potrebbe venire logico pensare che le forche strette siano più veloci di quelle larghe, ma alla prova pratica non è così.
Innanzi tutto il libbraggio è leggermente maggiore nelle forche più larghe, ma soprattutto, queste, sono più veloci di quelle strette a causa della minore lunghezza morta (slack length) e quindi di un ciclo di accelerazione più lungo.
Per lunghezza morta si intende la lunghezza della perpendicolare tra i nodi del pouch, con bande a riposo, e il centro virtuale della fionda tra le forche.
Nell'ipotesi estrema di una forca con gap zero, se avessimo 10" di lunghezza attiva e 30" di draw, la lunghezza morta coinciderebbe con la lunghezza attiva, 10", e il ciclo di accelerazione sarebbe di 20" perché lo slack non contribuisce all'accelerazione.
Se invece avessimo una larghezza di 5", la nostra lunghezza morta sarebbe inferiore alla lunghezza attiva (circa 9,5") e il ciclo di accelerazione sarebbe di circa 20,5" che darebbe una velocità leggermente più alta.
Se la larghezza fosse 13", lo slack sarebbe circa 7,5" e la lunghezza di accelerazione 22,5" con una velocità ancora maggiore.
Quanto detto è stato confermato da numerosi test al chrony.


D. Se la forca larga spara più veloce, perché, a parità di setup e ancoraggio, la forca stretta ha un POI più alto?
R. La risposta è nella trigonometria. Anche se la forca larga ha una velocità più elevata, questa non incide tanto da compensare gli effetti dei triangoli in gioco.
Quando si prende la mira con la fionda, è come se ci fosse un triangolo formato dalla linea di tiro, la linea di mira e la linea tra l'occhio e l'ancoraggio.
La linea di tiro corre dritta, dall'ancoraggio al bersaglio, passando per il centro della forca così da dividere la fionda in due metà (in realtà è una parabola, ma per comodità la consideriamo dritta ai fini di questa dimostrazione); la linea di mira corre in diagonale, dall'occhio al bersaglio, passando per il punto di mira sulla forca superiore; l'altro lato è esattamente la distanza tra occhi e ancoraggio.
Il nostro obiettivo è far intersecare la linea di mira con la linea di tiro proprio al centro del bersaglio, alla distanza voluta che supponiamo 10 metri. L'intersezione delle due linee forma un angolo (alfa).
Questo angolo è in comune con un altro triangolo, simile al primo, ma leggermente più piccolo, formato dalla linea tra il centro della fionda e il bersaglio; la linea tra il punto di mira sulla fionda e il bersaglio; la linea tra il punto di mira sulla fionda e il centro di questa.
La prima cosa che si può notare è la proporzione tra la metà della larghezza delle forche e la distanza dell'ancoraggio rispetto all'occhio: più è larga la forca, più per mantenere l'intersezione tra linea di tiro e linea di mura l'ancoraggio deve essere basso oppure, mantenendo fisso l'ancoraggio, bisogna trovare il modo di alzare il tiro che altrimenti andrebbe basso.
Grazie alla trigonometria si può anche conoscere l'ancoraggio ideale per una data fionda ad una data distanza o la distanza a cui porre il bersaglio affinché, con una data fionda e un dato ancoraggio, il POA e il POI si intersechino proprio nel centro di questo.
In ogni caso, per fare chiarezza sulla domanda iniziale, più stretta è la forca più il tiro è alto, viceversa, più larga è la forca più il tiro è basso.


D. Aumentare il numero di bande può essere un sistema per sparare più veloce? E fino a quante se ne possono tirare?
R. Il raddoppio (o più) delle bande si usa perché nella quasi totalità delle fionde sarebbe impossibile montare una banda larga per esempio 6 cm, senza piegarla su sé stessa o dividerla in due (o più) parti. Ma il risultato è identico per ciascuna delle tre soluzioni, infatti la quantità, e quindi il peso, della gomma in gioco, resta uguale.
Solitamente, per motivi pratici, non si superano le tre bande per lato, magari quattro se fossero bande molto sottili.
Nel caso di bande spesse (come il TBG) difficilmente un uomo, anche se molto robusto, riuscirebbe a tirarne tre strati mantenendo una precisione accettabile.
Per quanto riguarda il rapporto tra strati e velocità, non è così diretto. In realtà quello che dà velocità al proiettile è la velocità di contrazione dell'elastico che è una sua qualità intrinseca ed indipendente dalle sue dimensioni. Quando raddoppiamo una banda, raddoppiamo il suo peso
ovvero la forza che occorre per tirarla al punto di ancoraggio, ma la velocità di contrazione resta pressoché invariata e il proiettile non ha l'aumento di velocità che ci saremmo aspettati.
Il raddoppio delle bande, o meglio l'aumento della gomma, serve all'aumentare del peso del proiettile per tenere il rapporto tra i pesi sempre ad un livello ottimale, altrimenti, con poca gomma,
al proiettile non verrebbe trasmessa energia sufficiente a compiere il suo percorso e questo cadrebbe dopo poco oppure, nel caso di troppa gomma, ci sarebbe un'inutile spreco di energia che potrebbe diminuire la vita delle bande e, nel caso di OTT, causare handslap. Senza contare il maggior sforzo necessario per effettuare il tiro, con conseguente calo della precisione.
L'unico caso dove è consigliabile un moderato sovradimensionamento delle bande, è in ambito venatorio dove è meglio essere certi di avere sempre tutta la potenza necessaria.


D. Cosa si intende per rastrematura degli elastici e perché è utile nel tiro con la fionda?
R. Una banda piatta si dice rastremata (in inglese tapered) quando viene tagliata in modo da essere più larga all'attaccatura della forca e più stretta all'attaccatura del pouch.
Rastremare le bande ha diversi "pro", ma anche qualche "contro".
A pari quantità di gomma, il vantaggio più evidente tra una banda dritta ed una rastremata sta in una diminuzione del peso del draw in proporzione al rapporto di rastrematura.
Altri vantaggi sono la possibilità di un allungo leggermente maggiore e un incremento della velocità più o meno significativo a seconda del peso del proiettile. Inoltre, la banda rastremata, aumenta la già elevata probabilità che l'inevitabile rottura della banda avvenga al pouch.
Il grosso svantaggio della rastrematura è la drastica riduzione della vita della banda stessa, in proporzione al rapporto di rastrematura.
Se avessimo una banda larga 20mm e la rastremassimo, per esempio 20-15, la massa della gomma diminuirebbe quindi, pur avendo il vantaggio di una diminuzione di peso del draw, non si avrebbero benefici sulla velocità che, anzi, diminuirebbe anch'essa. Per mantenere un'adeguata distribuzione dell'energia, bisognerebbe addirittura diminuire il peso dei proiettili. In questo caso, con proiettili sufficientemente piccoli, il calo di velocità potrebbe essere bilanciato dalla possibilità di un leggero ulteriore allungo del draw.
La rastrematura corretta va quindi calcolata a parità di massa della gomma. Una banda larga 20mm dritta ha la stessa massa di gomma di una di uguale lunghezza ma rastremata 24-16 (rapporto 3:2) oppure 30-10 (rapporto 3:1). Quelle rastremate, a pari draw e pari proiettili, pesano meno al draw e riescono a sviluppare maggiore velocità. Entrambe queste caratteristiche possono aumentare la precisione: il minor peso al draw permette una maggior stabilità nella mira, mentre la maggior velocità consente una parabola del proiettile più piatta.
Come si vede nei grafici, la rastrematura ha maggiore effetto sulla velocità quando si usano proiettili leggeri, mentre con proiettili più pesanti i benefici, in termini di velocità, sono quasi insignificanti.


Possiamo dire che, ai fini della prestazione, più leggero è il proiettile e più alta è la massa delle bande, più c'è convenienza nell'aumentare il rapporto di rastrematura.
Un rapporto di rastrematura alto (3:1 o più) è consigliabile solo per sessioni specifiche ad alta velocità con proiettili leggeri (fino a circa 2 grammi). Con questa rastrematura la prospettiva di vita del set è molto bassa. Può variare in funzione del fattore di allungo, ma difficilmente può superare i 200 tiri.
Un rapporto medio (3:2 o meno) è più consigliabile per sessioni di tiro al bersaglio con proiettili da leggeri a medi (fino a circa 4 grammi) ma lavora bene anche per uscite di caccia con proiettili pesanti. È una rastrematura che consente un buon equilibrio tra prestazioni e vita del set. A seconda del fattore di allungo si possono raggiungere i 500 tiri.
La banda dritta (1:1) è più consigliabile in ambito venatorio, dove si utilizzano proiettili molto pesanti (oltre ai 5, ma molto spesso intorno ai 10 grammi) ma lavora bene anche per il tiro al
bersaglio con proiettili medi. Il peso del draw non ne trae alcun beneficio, ma la vita del set, a seconda del fattore di allungo, può arrivare anche a 1000 tiri.
Uno dei vantaggi delle bande, rispetto ai tubi, è proprio la possibilità di essere rastremate a piacere e con estrema semplicità. Anche sui tubi, però, si può fare una sorta di rastrematura: la pseudorastrematura (pseudo-tapering). Ci sono in commercio anche tubi rastremati, ma sono molto costosi e si acquistano già pronti senza la possibilità di alcuna personalizzazione.
La pseudo-rastrematura si fa dalla parte della forca, mentre al pouch il tubo resta singolo. Consiste nel fare un occhiello, dell'ampiezza desiderata, in rapporto alla lunghezza totale del tubo (1:2, 1:3, 1:4, 2:3 ecc.).


Questo consente di simulare l'effetto di una rastrematura vera e propria, con tutti i vantaggi di peso del draw e velocità.
Ovviamente più è alto il rapporto di pseudo-rastrematura, quindi più l'occhiello è ampio rispetto alla lunghezza totale, più il set risulta pesante. Avere un maggior rapporto di pseudo-rastrematura significa, anche, avere piu massa di gomma quindi poter tirare proiettili più pesanti.
La pseudo-rastrematura può essere adattata anche alle bande piatte,

ma è un sistema poco usato che non offre alcun vantaggio rispetto alla rastrematura, se non quello di poter utilizzare le bande su attacchi specifici per tubi.


D. Quanto incide una variazione del punto di ancoraggio sul punto d'impatto del proiettile?
R. Come detto in precedenza, ad un abbassamento del punto di ancoraggio corrisponde un innalzamento del punto d'impatto e viceversa. Questa deviazione del POI può essere calcolata tramite una semplice proporzione matematica e può essere utile per conoscere l'entità di un eventuale errore nell'ancoraggio.
Se consideriamo:
L = lunghezza del draw
D = distanza tra la forca e il bersaglio
E = errore dell'ancoraggio
X = deviazione del POI rispetto al centro
Abbiamo:
L : E = D : X
Quindi:
X = (D × E) / L
Per esempio (tralasciando variabili come vento, instabilità della mano, isteresi dell'elastico, errori di allineamento della fionda ecc...) se con un draw di 80 cm (800 mm), da una distanza di 10 metri (10000 mm) tra forca e bersaglio, avessimo un errore di 1 mm a destra nell'ancoraggio, il POI risulterebbe spostato a sinistra di 1,25 cm (12,5 mm)
X(mm) = (10000 × 1) / 800
X(mm) = 10000 / 800
X(mm) = 12,5
Questo significa che a 10 m, per un draw di 80 cm, ad ogni millimetro di errore nell'ancoraggio, in qualsiasi direzione (alto, basso, destra, sinistra) corrisponde una deviazione di 1,25 centimetri del POI, nella direzione opposta.
Viceversa, conoscendo la deviazione del POI (X) si può calcolare l'entità di eventuale errore nell'ancoraggio (E) con la formula:
E = (L × X) / D

Ovviamente, le numerose variabili che abbiamo tralasciato, ma che invece condizionano ogni tiro, fanno sì che questo calcolo sia meramente indicativo.

A cura di Genoa Slingshot